Campagna di scavo 2003 a Thronos Kephala
Dal 6 giugno al 20 luglio 2003, è stata effettuata una breve campagna di scavo nel sito di Thronos/Kephala a Creta, in collaborazione tra il CNR/ICEVO e la KE' Ephoria ton proistorikon kai clasikon archeotiton (Chania), sotto la direzione di Anna Lucia D'Agata e Nota Karamaliki.
La campagna è stata articolata in quattro settimane di scavo sulla sommità della Kephala e due settimane di lavoro di magazzino svolto nei locali della Scuola Elementare - gentilmente messi a disposizione dal Politistikos Syllogos di Thronos - , durante le quali si è provveduto all'analisi, alla documentazione e al restauro dei materiali rilevanti. Nello stesso periodo, a cura della R.M.C. di Pisa, è stata effettuata un'indagine tramite geo-radar dell'estremità settentrionale e orientale della sommità della collina, visibile a destra nella fig. 1, e dell'area a sud e a ovest dell'Edificio A2 sul pianoro sud. Come di consueto, a fine campagna tutti i materiali rinvenuti sono stati trasportati al Museo Archeologico di Rethymnon.
Hanno preso parte alla campagna: C. Casesi e S. Mauro (archeologi); L. Gremese (responsabile per il rilievo e l'archiviazione informatica); G. Merlatti (responsabile per il disegno dei materiali); D. Mylona (responsabile per la flottazione); K. Zervaki (responsabile per il restauro dei materiali); Ch. Stephanakis (fotografo); A. Adorni (geologo).1
La campagna è stata finalizzata al completamento dello scavo dell'Edificio 3 sul pianoro nord e dell'Edificio A2 sul pianoro sud.2
Nell'Edificio 3 lo scavo ha riguardato il Vano Occidentale, l'estremità orientale dell'edificio e l'area immediatamente ad est di quest'ultimo Nel Vano Occidentale sono stati asportati i livelli di riempimento sottostanti il più antico livello pavimentale, al quale va ascritto l'eccezionale cratere figurato THK02/1,3 e la cui distruzione è stata assegnata ad un momento assai precoce del PG antico.4 Lungo il margine ovest del vano gli strati di riempimento mostrano di aver inglobato una serie di focolari e piani d'uso ad essi connessi, che si perdono sotto il muro ovest del vano. Si tratta dunque di resti di frequentazione relativi ad una occupazione dell'area precedente alla costruzione dell'edificio. I materiali rinvenuti in tali strati sono per lo più relativi a ceramiche da cucina, ma comprendono anche frammenti dipinti riferibili al TM IIIC.
Nell'area orientale del vano è stato eseguito un saggio stratigrafico immediatamente ad ovest del muro perimetrale orientale 529, allo scopo di chiarire meglio quale fosse stata la frequentazione dell'area prima della costruzione dell'edificio. Sotto il più antico strato di riempimento, ancora relativo alla sostruzione del Vano Occidentale, sono stati messi in luce un livello di frequentazione (US 910) e un sottostante livello di riempimento (US 917) il quale poggiava direttamente sul terreno sterile. È importante rilevare che tali livelli sono più antichi di quelli, precedentemente descritti, sottostanti il lato ovest del vano. I materiali recuperati sia in US 910 sia in US 917 (fig. 2-3) si datano al TM IIIC antico.
Scavata nel banco roccioso che si stende immediatamente a nord-est dell'Edificio 3 è stata infine messa in luce la cisterna 922 (fig. 4): profonda cm 180 e larga cm 90, essa sembra interpretabile come una struttura di servizio dell'edificio stesso. I materiali raccolti sul fondo della cisterna e in particolare lo skyphos THK03/229, consentono una datazione molto precisa dell'abbandono della stessa ad un momento iniziale del PG antico: tale abbandono risulta dunque coevo alla più antica distruzione dell'Edificio 3.
I risultati dello scavo entro l'Edificio 3 sono piuttosto importanti per la ricostruzione della formazione dell'insediamento sulla collina della Kephala. Essi infatti confermano, come già ipotizzato da chi scrive sulla base della sequenza ceramica ricostruita per le fosse rituali,5 che sul pianoro nord l'inizio dell'insediamento è contemporaneo alla chiusura delle più antiche fosse rituali e risale alla fase iniziale del TM IIIC. Inoltre risulta adesso certo che occupazione insediamentale del sito e uso delle fosse rituali devono essere visti come due fenomeni contemporanei, che dal TM IIIC al PG si sono svolti parallelamente.
Sul pianoro meridionale lo scavo ha riguardato l'edificio A2 (fig. 6). Alla sua estremità occidentale sono stati asportati i resti del crollo tra i muri 804 e 624, mettendo così in luce su tutta l'area antistante la gradinata 835 il livello di calpestio in terra battura 814. Nel tratto settentrionale di 804 è stato evidenziato il vano di una porta, chiamata 829 (fig. 7), la cui soglia è costituita da una grande lastra di calcare. Questa porta, probabilmente contemporanea alla costruzione di 804, è stata successivamente chiusa con un muro e alcuni corsi di mattoni. La porta risulta simmetrica ad una apertura simile sul lato est dell'edificio. Nuovi dati dunque si aggiungono a quelli già acquisiti per affrontare il complicato problema delle fasi architettoniche dell'edificio che domina il pianoro meridionale, e della loro cronologia.