Indagine georadar | |||
Nel 2003 sulla sommità della Kephala un indagine non invasiva tramite georadar è stata effettuata a cura della Resources Management Company S.r.l. di Alessandro Agostini (Pisa). Nell'area interessata dalla prospezione geofisica la stratigrafia dei primi 3,0-3,5 metri di suolo risulta costituita principalmente da rocce di natura arenaceo-carbonatica ricoperte da un livello di terreno derivato dall'alterazione della roccia sottostante, e lo spessore dello strato di suolo raramente supera m.1,5. In alcuni punti anzi la potenza del livello di suolo si riduce, lasciando affiorare la roccia. |
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Metodologa operativaL'indagine geofisica è stata realizzata secondo le seguenti specifiche tecniche:
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Aree 15-16: Esempi di griglie di acquisizione dei dati GPR
Esempio di ricostruzione tomografica delle aree 15-16: sezione a circa cm.90 di profondità dal piano di campagna
Risultati preliminariI risultati ottenuti possono essere così sintetizzati: Pianoro nord e area ad ovest di essoL'indagine ha avuto come obiettivo quello di ricostruire l'andamento della roccia in posto costituente i margini delle zone terrazzate al fine di individuare la eventuale presenza di ulteriori tratti dell'insediamento. La prospezione georadar mostra la presenza di un'ampia zona caratterizzata da un'elevata energia di riflessione del segnale GPR. L'assenza di geometrie regolari ed il confronto tra la profondità delle anomalie osservate e l'andamento della roccia in posto non permette di definire una causa univoca per l'anomalia osservata. Si può quindi ipotizzare che si tratti di una zona caratterizzata dal sollevamento del substrato roccioso ma questo non esclude la presenza di materiale lapideo in situazione di crollo al suo interno. L'anomalia al centro dell'area sembra comunque indicare il limite nord-occidentale del piano terrazzato su cui poggiano le strutture messe in luce. Lo spessore dello strato di terreno risulta variabile tra cm.30 e cm.90. In prossimità dell'Edificio 2 alcune aree sono caratterizzate da riflessioni GPR a geometria regolare e pertanto riconducibili a potenziali strutture sepolte. Un'analisi accurata dei dati acquisiti pone tra m.0,50 e 0,90 la profondità del tetto di dette strutture. E' stata inoltre rilevata alla profondità di circa m.1,30-1,40 una variazione delle caratteristiche dielettriche del terreno riconducibile ad un passaggio stratigrafico: si tratta probabilmente del livello terrazzato su cui poggiano le strutture del pianoro nord. Il terreno di recente formazione mostra uno spessore medio di circa m.0,50. Per quanto riguarda invece la porzione più orientale, non sono state osservate anomalie GPR di alta riflessione riconducibili ad strutture sepolte con geometrie regolari. Ad est dell'Area centraleLa maggior parte delle anomalie GPR osservate nelle immagini tomografiche 3D relative a questa aree possono essere ricondotte a sollevamenti dello strato roccioso verso la superficie, soprattutto in quelle zone in cui l'acclività del terreno risulta maggiore. Di diversa natura appaiono invece le anomalie GPR localizzate nelle porzioni settentrionali delle aree 10 e 12: i relativi radargrammi mostrano nel primo caso due distinti livelli di riflessione del segnale GPR (uno alla profondità di m.0,70 e l'altro a circa m.1,10 ) riconducibili a materiale sepolto mentre nel secondo caso la geometria del segnale radar può essere ricondotta ad una potenziale zona di buca. Pianoro sudL'indagine eseguita ha evidenziato alcune zone caratterizzate da riflessioni GPR a geometria regolare e pertanto riconducibili a strutture sepolte. Un'analisi accurata dei dati acquisiti pone tra m.0,30 e 1,00 la sommità di tali strutture. Le anomalie osservate a profondità variabili tra m.0,40 e 1,10 dal piano di campagna indicano un probabile proseguimento verso ovest delle strutture già portate in vista. |
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